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Celiac disease: gluten-free foods that are not always healthy, especially those for children 2017

by luciano

Confrontati 654 prodotti gluten-free con equivalenti contenenti glutine. Nei primi troppi grassi, poche proteine e zuccheri. L’allarme dei nutrizionisti: “Inducono ad una dieta sbilanciata, le confezioni ingannano e i ragazzini celiaci rischiano obesità” di AGNESE FERRARA Repubblica.it. 15-Maggio-2017

GLI ALIMENTI senza glutine non sarebbero così salutari come sembra. L’ennesima conferma (con tanto di prove) arriva dai nutrizionisti della Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Espghan) riuniti a Praga per il 50esimo congresso. I ricercatori hanno confrontato 654 prodotti gluten-free come pane, pasta, pizza, farine e biscotti di 25 marche diverse, con gli equivalenti che invece contengono il glutine. I risultati dell’analisi sono stati presentati oggi al congresso. I grassi. “Complessivamente i diversi tipi di pane senza glutine avevano un livello molto maggiore di grassi e acidi grassi saturi, le paste un più basso contenuto di proteine e zuccheri e i biscotti un minimo contenuto di proteine e troppi lipidi. Il pane, la pasta e le farine con il glutine, invece, hanno un contenuto 3 volte maggiore di proteine rispetto ai loro sostituti gluten-free”, spiegano gli esperti dell’Espghan.

LEGGI Sei milioni di italiani consumano cibo per intolleranti senza esserlo

L’appello degli esperti. Gli scienziati riuniti a Praga hanno lanciato un appello affinché questa tipologia di cibi sia riformulata con materie prime più salutari per assicurare una nutrizione più sana, soprattutto durante l’infanzia. “L’intolleranza al glutine colpisce l’1% della popolazione europei e una dieta senza glutine va seguita per tutta la vita, – spiega Joaquim Calvo Lerma, del gruppo di ricerca sulla celiachia e immunopatologia digestiva all’Instituto de Investigation Sanitaria La Fe a Valencia, in Spagna, a capo dell’indagine. “Inoltre un numero sempre crescente di persone mangia senza glutine perché convinta sia più salutare, anche se non sono affetti da celiachia. E’ imperativo che il mercato dei cibi sostitutivi sia riformulato per assicurare che tali alimenti siano uguali agli altri dal punto di vista nutrizionale. Ciò è particolarmente importante per i bambini perché una dieta così sbilanciata influenza il loro sviluppo e aumenta il rischio di obesità durante l’infanzia”. La legislazione. Sulla questione interviene Daciana Sarbu, vice direttore del comitato per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare al Parlamento Europeo. “La legislazione europea prevede l’etichettatura nutrizionale obbligatoria anche per gli alimenti gluten-free preconfezionati – spiega – .Tuttavia i prodotti alimentari non pre-imballati, come il pane o le pizze senza glutine, non sono soggetti agli stessi requisiti di etichettatura. In questo caso, i consumatori potrebbero essere meno consapevoli delle importanti differenze nutrizionali con impatti sanitari potenzialmente significativi”.

Le proteine. “Il dato è noto in pediatria sia ai nutrizionisti che ai gastroenterologi, – commenta Andrea Vania, pediatra nutrizionista al dipartimento di pediatria Sapienza- Università di Roma – .Per rendere più appetibili gli alimenti gluten-free e simili agli altri le industrie impiegano una quota più elevata di grassi, in particolare nei prodotti come biscotti, merende e biscotti da tè. Il calo delle proteine, invece, è inevitabile perché il glutine è la proteina che permette al pane di essere pianificato e alla pasta di tenera la cottura. Levandolo, la percentuale di proteine cala ma questo aspetto preoccupa molto meno perché la nostra alimentazione contiene già troppe proteine e zuccheri e il rischio di deficit nei bambini è molto raro”.

Cosa fare. Cosa fare allora se il proprio figlio o figlio è celiaco?. “E’ bene che tali prodotti vengano riformulati – precisa Vania – ma nel frattempo il consiglio che do ai genitori di bambini con celiachia è di cucinare il più possibile a casa i cibi gluten free, usando solo ingredienti sani e privi di glutine, senza grassi e addensanti in più. Le ricette sono davvero molte e si trovano anche nel web. Si possono fare la pasta fresca, i biscotti, i dolci farciti con l’uso di creme fatte con la fecola di patate o maizena. Ci sono molti ingredienti alternativi, come l’amido di mais e la fecola di patate, privi di glutine e senza grassi in eccesso”.

Repubblica.it 2017

 

 

Is gluten-free better? No, if you are not celiac. Here because.

by luciano

La moda del senza glutine per tutti impazza da tempo. Tutto cominciò negli Stati Uniti, anche tra chi non soffriva di celiachia. La prova? Spuntano come funghi ristoranti e rivendite di prodotti gluten free, anche tra coloro che non soffrono di celiachia. A sentire i sostenitori di questo tipo di dieta si tratterebbe di un regime alimentare più salutare e non solo: favorirebbe addirittura la perdita di peso.

Inutile dire che la moda del senza glutine sta registrando un incredibile successo anche in Italia. Tutto bene? Macché! L’Aic (Associazione italiana celiachia) mette in guardia i non celiaci: è una scelta alimentare poco salutare per quanti non soffrono di celiachia e in più influisce sul ritardo diagnostico o la mancata diagnosi di questa forma di “intolleranza permanente” al glutine. Tanto successo ha portato addirittura al conio di un neologismo: glutenfobia. E non si tratta di un fenomeno irrilevante, visto che un italiano su dieci è convinto che la dieta “gluten free” sia più salutare e che tre su dieci pensano che faccia dimagrire. Vero o Falso? Una vera bufala, smentita da gastroenterologi e nutrizionisti che mettono addirittura in guardia su conseguenze negative per la salute.

Infine, al Gluten Free Fest (Festival dedicato interamente alla celiachia) hanno ricordato che frequentemente si confonde la celiachia e la sensibilità al glutine. Utile, così, sapere che il responsabile numero uno della celiachia è il glutine, una sostanza lipoproteica (è l’unione di due tipi di proteine: la gliadina e la glutenina) contenuta nel frumento e in diversi cereali come orzo, farro, segale, avena. Ne sono privi riso, mais, miglio, sorgo, grano saraceno, quinoa e amaranto, che possono essere consumati tranquillamente dai celiaci. Eppoi? Le prolammine (come l’ordeina dell’orzo o la secalina della segale) che si formano per digestione incompleta del glutine sono le responsabili dell’effetto tossico per il celiaco e scatenano la reazione avversa al sistema immunitario. Queste sostanze possono scatenare, in persone geneticamente predisposte, un’infiammazione cronica dell’intestino tenue. Gli effetti? Danneggiamento delle sue pareti intestinali, che provoca distruzione dei villi, con conseguente malassorbimento di macro e micro nutrienti (sali minerali, vitamine, ecc.) Dunque, per il celiaco una dieta senza glutine è imperativa, ma per tutti gli altri no. Su ciò l’Iss salute (Istituto superiore di sanità) è categorico. In assenza di una diagnosi di celiachia fatta da un medico con gli opportuni accertamenti clinici e diagnostici, privarsi di cibi contenenti glutine è sconsigliato. In primis, perché non portare più a tavola i cereali contenenti glutine – come frumento, orzo e farro – vuol dire privarsi non solo delle principali fonti di carboidrati complessi, ma anche dei minerali, delle vitamine, delle proteine e delle fibre alimentari. Viene smontata anche la favoletta del dimagrimento. Al contrario si rischia di perdere la linea. Vediamone la ragione. In genere, i prodotti senza glutine che occhieggiano, ormai, anche dagli scaffali dei supermercati sviluppano un maggior numero di calorie rispetto al corrispondente alimento che contiene glutine, perché addizionati di grassi. Altro aspetto da non trascurare? Questi prodotti hanno un più elevato indice glicemico, quindi portano a un maggior aumento dello zucchero nel sangue dopo il loro consumo, e contemporaneamente hanno un minor effetto saziante. La morale? Lasciate ai celiaci i cibi gluten free, gli unici che ne hanno veramente bisogno per stare in salute. Società | 10 Febbraio 2019

Il Fatto Quotidiano.it – ​​Life and Health blog. – 2019.

Organic cultivation and ancient grains

by luciano

Organic cultivation is particularly suitable for ancient grains: why?
• The varieties of ancient wheat are particularly rustic, that is, adapted to survive in hostile, nutrients and water-poor conditions because selected during a period when agriculture was not yet intensive and supported by the unbridled use of chemical fertilizers, pesticides and irrigation systems. This characteristic allows them to cultivate areas defined as “marginal”, where modern varieties would struggle or require high economic effort.
• Given the strength of ancient grains, these varieties are particularly suitable for cultivation under organic conditions, where the use of non-natural chemical fertilizers is absolutely forbidden, thus protecting the environment. Fertilizers, among other things, not even necessary because they extract micronutrients from the soil by very deep roots.
• We all know that the diversity of the diet is of fundamental importance for human health. On average 60% of our calories come from wheat, rice and maize; for this reason it is important to alternate the use of the varieties of these three plant species and therefore get used to buying flours and products derived from the use of ancient grains that guarantee a real variety in the diet.
• Protect biodiversity.
The term “organic farming” refers to a method of cultivation that only allows the use of natural substances, ie present in nature, excluding the use of chemical synthesis substances (fertilizers, herbicides, insecticides). Organic farming means developing a production model that avoids the over-exploitation of natural resources, especially soil, water and air, using these resources instead within a development model that can last over time.
Deepening:
How to grow organic